Non sapete quante volte in una giornata pensi che avrei potuto fare meglio. Il pensiero di sentire sempre il peso di voler spaccare il mondo senza mai farlo ha da sempre accompagnato la mia vita.
Da sempre sono cresciuta con la domanda: perchè lui/lei si, e io no?
Non mi sono mai considerata un talento, ho però la consapevolezza di avere una grinta ammirevole. Io se voglio una cosa non mollo, con molto rammarico dico che il mio desiderio è sempre stato quello di arrivare prima.
Una condanna, mi sento di confessare.
Da piccola non ricordo di essere mai stata competitiva, in realtà ero sempre per conto mio passando il tempo a giocare da sola o a casa dei miei nonni. Non ho mai fatto sport di gruppo, facevo equitazione. Dove la sfida è tra te e il cavallo, con gli altri ci competi, ma sono molto lontani da te e mai nello stesso campo.
Poi sono andata a lavorare in azienda, forse è da lì che è iniziato tutto.
avrei voluto imparare a competere
Nessuno mi ha insegnato la competizione. Lo sport è la chiave per capire come lavorare in squadra ed eventualmente vincere, oppure la situazione famigliare. Non essere figlio unico ad esempio, ma si da il caso che io lo sia.
Questo mi ha portato diversi mal di pancia e parecchie lacrime nel corso della mia carriera lavorativa, più andavo avanti e più capivo di non essere fatta per sottostare agli ordini. Soprattutto ad ordini di persone che non stimo.
Ho fatto il test dei colori, quello per capire la leadership, quello dei test psicologici, quello della seduta di gruppo e diversi test per capire l’attitudine lavorativa. Ogni volta per risultare la persona giusta dovevo preoccuparmi di oscurare gli altri giocando d’astuzia.
Non so quanto servano i giochi delle risorse umane ma mi sento di dire che conoscere il personale sarebbe più utile di mille test attitudinali. Ma Ok.
stare zitta non è mai stato il mio forte
Non so voi. ma a me se qualcuno sta antipatico difficilmente non si nota. Sono una personalità abbastanza prevaricante, purtroppo. Difficile non notare quando non sopporto qualcosa. Crescendo sto cercando di mediare questo mio lato impulsivo, ma ancora oggi faccio molta fatica a tenere per me quello che penso, quando non ricevo educazione e rispetto.
E’ inevitabile che in un ambiente lavorativo si accumulino tensioni. Spesso si lavora per sopravvivere, quasi sempre gli obiettivi non sono di squadra ma personali. Si finge di correre insieme per raggiungere la vittoria, quando l’unico che corre sei tu e lo devi fare in fretta se non vuoi essere mangiato dagli squali pronti a cancellarti da quella piccola scrivania.
Poi un giorno ti giri, l’ennesimo, hai mangiato un piatto freddo in poco più di 30 minuti e lo vedi: aria indaffarata, confusa, a tratti esaurita. Incapacità di comunicazione e zero attitudine alla leadership: il tuo capo sta parlando a gran voce con tanto di air pods su qualcosa che probabilmente cambierete altre quattro volte, non ha fatto lui e che sicuramente alle 17:58 di venerdì sera dirà “io cambierei questa piccola cosa”.
Avevi una giornata intera per farlo, ma lui era full. Doveva salvare il mondo.
Non fa per me.
Lo dico non con senso di vanto, conosco persone che stanno benissimo nel ruolo da dipendente. Fanno credere al proprio superiore di essere davvero il capo quando in realtà muovono la loro vita secondo, giustamente, i loro interessi. In una continua battaglia per evitare che qualcuno pesti il loro giardino emotivo.
Io ho iniziato terapia.
Lavorare per conto proprio può essere un’arma a doppio taglio
Non parliamo di soldi, lavorare da soli può essere bellissimo perchè non abbiamo chi ci potrebbe contraddire, ci può portare però tanta solitudine.
Spesso io in primis mi sono sentita meno ansiosa, ma priva di idee. La competizione infatti, almeno nel mio caso, viaggia in parallelo con la capacità di migliorarmi.
Senza la benzina per un certo periodo di tempo mi sono sentita senza stimoli, poi ho cercato di trovare quella carica per vie traverse, scoprendo così l’ispirazione.
Studiare, sperimentare, provare sono tutte cose che mi fanno sentire viva. Sempre in movimento. Lavorare da sola per me non è il poter fare quello che voglio io senza conseguenze ma poter sbagliare per poter fare sempre meglio.
Vorrei ancora arrivare prima, ma mi sono accorta che percorrere la propria strada può essere ancora meglio.
se ancora non lo avete fatto
Vi consiglio due serie perfette per questa tematica lavorativa:
Boris
The Office
Per tutto il resto:
C’è Bite Market. Un mercato vintage, second hand e piccolo artigianato frutto di una collaborazione con Valeria, grande amica e persona che stimo profondamente, proprio quando mi sentivo completamente persa e sola.
Vi aspetto il
18 Giugno da Combo, a TORINO.
Dalle 10 alle 18 ( entrata libera)
Corso Regina 128, Torino