Prepariamoci a capodanno tirando le somme di quest’anno. cosa ho capito:
Settembre is the new 31 Dicembre. L’inizio che una volta era intriso di ansie ed aspettative e che oggi non è altro che uno strumento del marketing per farci comprare l’agenda annuale una volta in più.
Quest’anno però è stato diverso, quindi ho deciso di condividere con voi dei lati del mio percorso personale che caratterizzano il normale scorrere del tempo: forse quello di diventare grandi. O forse no.
Ho capito che so pormi degli obiettivi. Per tutta la vita ho creduto di essere una persona sconclusionata, incapace di sopportare l’impegno di un cambiamento che prevedesse fatica, rinunce e sacrificio. Insomma, mi ritenevo una viziata. Il 2023 mi ha donato la consapevolezza che non ero io una buona a nulla, ma il modo in cui mi approcciavo alla vita. Carta, penna, o senza carta se ci teniamo agli alberi e per la prima volta mi sono data del tempo. Dello spazio per pensare ai mei traguardi e a ciò che ritenessi importante per me. Me, sempre messa in secondo piano da una vita di traguardi imposti da terzi. Con tempi pre stabiliti. Cosa mi ha aiutato a capire ciò che volevo davvero? La possibilità di darmi del tempo per conquistare ciò che veramente volevo. Qualsiasi cosa ha bisogno di TEMPO. Non quello scandito dai social, dove un giorno ci viene mostrato di 72 ore, quello reale, nostro. Ciò che è rimasto, è ciò che vale la pena di essere realizzato.
Stare da sola, non significa stare nella solitudine. Mi sono guardata dentro e ho capito che il desiderio così grande che avevo di sposarmi, avere l’amore perfetto e la foto perfetta con il vestito dei miei sogni (lo so, sono una persona orribile ma ho pensato anche e soprattutto al mio matrimonio in termini di estetica) non era in realtà quello che volevo davvero. Non voglio un matrimonio, dei figli, una casa, una vita tutta uguale. Non ancora. Non adesso. Ho capito che stare da sola non mi ha permesso di sentirmi parte di un gruppo. Gruppo in cui, prima del mio futuro, ho ritrovato un insieme di legami in grado di farmi sentire parte di qualcosa. Torino non è casa mia, lo sento e non saprei spiegarne il motivo, ma lo sono le persone. Torino è fatta di persone che completano pezzi di me. Sono grata per questo.
Ascoltare le mie necessità. Ne ho parlato qualche giorno fa su Tik Tok, se ancora non mi seguite vi consiglio di farvi un giro senza trasformarlo in una droga perditempo. Ho sempre pensato che la soluzione allo stare bene fosse viaggiare, scoprire posti nuovi, in poche parole: scappare. Non c’è nulla di male a voler partire, ma vi dirò che c’è della resilienza anche nel restare. Nell’accettare il meccanismo del tempo. Quest’estate per motivi personali non sono riuscita ad andare in vacanza, all’inizio ero spaventata, ora quasi sollevata. Viaggiare mi piace, ma provo sempre una certa ansia nel preparar egli itinerari, evitare gli affollamenti, godermi le giornate, fare in modo che tutto vada bene. Perchè sei in vacanza, tutto deve andare bene per forza. No? Mi sono riposata più quest’anno che in 30 anni di vita.
Dipende da come la racconti:
Curioso vedere come ogni storia prende una forma diversa in base a come viene raccontata. L’ho vissuto con un recente documentario che ho visto su Netflix:
Racconta la storia della dipendenza da Oxycontin con un linguaggio alla wolf of wall streat, amico fedele delle masse e che ci smuove sempre un grande senso di interesse verso queste storie così assurde, singolari, uniche. Che poi alla fine l’importanza del tone of voice è sempre in prima fila quando si racconta qualcosa, anche una storia di cui non ci importa più di tanto lo svolgimento effettivo, quanto più le scene epiche con primi piani di didietro animali e medici corrotti.
Ascoltiamo davvero le informazioni che riceviamo o a catturarci è il modo in cui queste ci vengono servite?
Vi consiglio anche questa serie, sempre sullo stesso argomento, che ho apprezzato moltissimo :
Le relazioni non sono così facili da spiegare:
Per chiudere in bellezza questo anno strano una riflessione che spero possa essere utile a tutti. Le relazioni non sono come ci insegnano. Non è tutto bianco o nero e non possiamo sapere di cosa abbiamo bisogno fino a quando non affrontiamo il momento di guardare, non solo dal nostro lato, ma anche quello dell’altro.
Le cose si incastrano per tantissimi motivi diversi, se qualcosa non è come ci eravamo immaginati, non vuol dire che sia sbagliata. Forse è solo un nuovo modo di vivere un rapporto sano, in cui stiamo bene, anche se non è come quello che ci avevano servito nel periodo della scoperta.
Mi sono accorta di aver bisogno di spazio, di non considerare negativa neanche una relazione a distanza. Ho vissuto con l’idea che un rapporto sia fatto di step: prima ci si conosce, poi si esce, poi ci si fidanza, si condivide la vita, si sceglie in che verso andare e se va bene ci si sposa o per la maggior parte dei casi, quando serve solidità, si esplode.
Tutto diventa un ricordo che rivivremo con il prossimo incontro, fino al momento dell’esplosione.
Se invece un rapporto fosse fatto di incontro, ascolto, crescita, confronto, non necessariamente rispettando tempi e spazi prestabiliti? Capire e saper vedere quando due persone sono tanto lontane, quanto vicine, a quel piccolo anello che anche durante una tempesta sarebbe in grado di tenerle insieme. Anche alle parti opposte del mondo, anche contro vento. Quello non si può fare con il normale scorrere del tempo, serve fatica.
E’ un tesoro quando lo si trova. Può anche non finire nel modo giusto ma è qualcosa che veramente ci aiuta a crescere. Non ci avevo mai pensato, in effetti, ed è stato bello farci caso.
Vi consiglio anche una serie che mi ha emozionato tantissimo, tanto da sceglierne la colonna sonora per fare da sottofondo ai pensieri di oggi:
ALLA FINE DEI CONTI:
Mi auguro che settembre porti nuovi traguardi, che so che arriveranno, con il tempo.
Di sicuro porterà due eventi importanti:
Bite Market, il mercato vintage di cui non puoi fare a meno: a Torino, da COMBO, corso Regina 128
Studio Brioche, le t shirt che ho realizzato come prima “prova” di quello che spero un domani possa essere qualcosa di più grande e che mi renda fiera di me. Le maglie sono oversize, pensate per tutti e realizzate in 100% cotone controllato, serigrafate a mano. Potete già trovare degli spoiler sul mio profilo IG se vi va di sbirciare :)
Voi che cosa vedete nel vostro settembre? Mi piacerebbe saperlo, anche in privato.
a presto, C